Quando arribé a la cittá vostra
supe di pronto che la mostra
per vedere il Carnevale
era per pubblico di Gade,
así che a la maniera nostra
hicimos una comparsa con la
impronta di vostro cantare.
E del modo che a Gade le chiaman Tazzeta
la chiame Serenissima quale Venezia,
e saggiamo una pieza di ofrenda sentita.
E no hizo falta poeta
di vostra Caleta
per nostra canzone,
sua bellezza giammai
llegaba al límite della immaginazione.
Pero corto di parole
tutti súbito quedamo
al saber che il gaditano
soffre della cervicale,
pero non per lavorare
ni per alcuno castigo
e per mirare suo ombligo,
suo ombliguetto e nulla mai.
Si levantara la testa
e avanti mirara,
Gade sería más bella
e la miseria sfugaba.
Dicen que il gaditano nace
donde al gaditano le sale de lo cojones,
e questa forma di pensare
e tan ridicola e vulgare
quale sua pronunciazione.
Il gaditano que io pido
e il che in Cadi no se encierra
e no confunde suo ombligo
con il amore a la Terra,
il gaditano natale,
universale,
cosmopolita,
che por opera del destino
al mondo vino
en la Tacita.
Juan Carlos Aragón Becerra - Comparsa "La Serenissima" (2012)
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